Biglietti Ingresso oasi sant'alessio

Biglietti Ingresso per l'Oasi Sant'Alessio

Prodotto attualmente non in vendita

Riepilogo

IL PARCO è CLUB DEI SOCI DELLA SOCIETA' PAVESA DI ORNITOLOGIA.
CHI DESIDERA VISITARLO DOVRA' ISCRIVERSI. COME DA NORME VIGENTI IN ITALIA, PER L'ACQUISTO ONLINE O EVENTUALMENTE ALL'INGRESSO, SARANNO RICHIESTI I DATI ANAGRAFICI DEL VISITATORE E SARA' RILASCIATA LA TESSERA , VALIDA DALL'ANNO SOLARE (e a partire dal 1' Ottobre, anche per l'anno successivo) 
’Oasi Iniziò A Nascere Nel 1973, Quando Antonia E Harry Salamon Acquistarono Il Castello Di Sant’Alessio E Quel Poco Di Terra Che Gli Sta Intorno Tuttora.

A parte la passione, un po’ scientifica e un po’ sentimentale per l’architettura medievale, c’era il progetto, accarezzato dall’infanzie e dall’infanzia preparato, di creare un allevamento di specie in pericolo, per ripopolarne la natura.
Antonia e Harry avevano una preparazione scientifica e una cultura liberale e pragmatica. Conoscevano la situazione della natura -in Italia e non solo- ed erano convinti che, per salvarne il salvabile, l’uomo dovesse darsi da fare.

L’OASI E LA CONSERVAZIONE: CINQUANTA ANNI DI ESPERIENZA

L’Oasi, fondata nel 1973 ma già preceduta da quindici anni di esperienze in vari campi della gestione in cattività di animali, è stato il primo centro italiano che ha creduto nell’allevamento e nella reintroduzione delle specie “a rischio”, per la ricostruzione ambientale

All’epoca, ma in qualche misura ancora oggi, questa scelta era controversa. Allora chi vi si opponeva, lo faceva per un atteggiamento ideologico.Oggi la storia ha dimostrato che l’allevamento è il solo mezzo per la salvezza di specie veramente in pericolo: nessuna specie animale o vegetale in tale situazione è mai stata salvata in natura: il Panda gigante, con i suoi 2.500- 4.500 esemplari censiti NON E’ UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE. E non è neppure l’urside piu raro. Viceversa, con la parziale eccezione della Gru americana, tutti i progetti intrapresi con tempo, denaro, dedizione e professionalità sufficienti, hanno avuto pieno successo

Enti pubblici, Associazioni e Fondazioni hanno allora compreso che, nell’allevamento e nella gestione in cattività della fauna, si può trovare una miniera inesauribile di denaro statale, regionale, provinciale, europeo. Purché si liberino del confronto con allevatori privati, che, con la loro passione, dedizione e costanza dimostrano ogni giorno di saper e poter fare con poco o nulla ciò che essi invece non riescono a realizzare, pur con mezzi enormi

 

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IL PARCO è CLUB DEI SOCI DELLA SOCIETA' PAVESA DI ORNITOLOGIA.
CHI DESIDERA VISITARLO DOVRA' ISCRIVERSI. COME DA NORME VIGENTI IN ITALIA, PER L'ACQUISTO ONLINE O EVENTUALMENTE ALL'INGRESSO, SARANNO RICHIESTI I DATI ANAGRAFICI DEL VISITATORE E SARA' RILASCIATA LA TESSERA , VALIDA DALL'ANNO SOLARE (e a partire dal 1' Ottobre, anche per l'anno successivo) 
’Oasi Iniziò A Nascere Nel 1973, Quando Antonia E Harry Salamon Acquistarono Il Castello Di Sant’Alessio E Quel Poco Di Terra Che Gli Sta Intorno Tuttora.

A parte la passione, un po’ scientifica e un po’ sentimentale per l’architettura medievale, c’era il progetto, accarezzato dall’infanzie e dall’infanzia preparato, di creare un allevamento di specie in pericolo, per ripopolarne la natura.
Antonia e Harry avevano una preparazione scientifica e una cultura liberale e pragmatica. Conoscevano la situazione della natura -in Italia e non solo- ed erano convinti che, per salvarne il salvabile, l’uomo dovesse darsi da fare.

L’OASI E LA CONSERVAZIONE: CINQUANTA ANNI DI ESPERIENZA

L’Oasi, fondata nel 1973 ma già preceduta da quindici anni di esperienze in vari campi della gestione in cattività di animali, è stato il primo centro italiano che ha creduto nell’allevamento e nella reintroduzione delle specie “a rischio”, per la ricostruzione ambientale

All’epoca, ma in qualche misura ancora oggi, questa scelta era controversa. Allora chi vi si opponeva, lo faceva per un atteggiamento ideologico.Oggi la storia ha dimostrato che l’allevamento è il solo mezzo per la salvezza di specie veramente in pericolo: nessuna specie animale o vegetale in tale situazione è mai stata salvata in natura: il Panda gigante, con i suoi 2.500- 4.500 esemplari censiti NON E’ UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE. E non è neppure l’urside piu raro. Viceversa, con la parziale eccezione della Gru americana, tutti i progetti intrapresi con tempo, denaro, dedizione e professionalità sufficienti, hanno avuto pieno successo

Enti pubblici, Associazioni e Fondazioni hanno allora compreso che, nell’allevamento e nella gestione in cattività della fauna, si può trovare una miniera inesauribile di denaro statale, regionale, provinciale, europeo. Purché si liberino del confronto con allevatori privati, che, con la loro passione, dedizione e costanza dimostrano ogni giorno di saper e poter fare con poco o nulla ciò che essi invece non riescono a realizzare, pur con mezzi enormi

 

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